mercoledì 4 novembre 2015

io sono il danno

Stamattina per la prima volta in tutta la mia vita ho provato una sensazione di solitudine.
Non la solitudine dell'Anima quella a cui sono abituata anche in presenza di persone, ma la solitudine dell'amore. Forse è stata tutta colpa dei pensieri che mi sono trascinata dietro stanotte e in parte stamattina. Forse...non lo so.
Resta che non mi piace che certi pensieri turbino il mio viaggio in solitario, perché è estremamente difficile amare una come me, nessuno investirebbe su un fallimento annunciato: sono rari i folli e io sono il danno.
Amen e buona giornata ..... 

6 commenti:

  1. basta impegnarsi ed uscire dalla (cosiddetta) follia

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  2. Si nasce, si vive, si respira, si dorme, si muore da soli.
    In alcun tratti condividiamo alcune cose con altre persone la vita la "devi" vivere tu, tu sola. Non puoi delegare la vita ad alcun altro! :)
    Gran parte delle persone fuggono terrorizzate dalla sola idea di stare con se stesse e più fuggono più lo Spauracchio si ingrandisce, diventa cupo.
    Insomma, può essere una buona possibilità per stare con la persona che dovrebbe esserci più cara.

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    1. Sembrerà strano ma io ho paura dell'opposto.
      Non ho paura di stare con me stessa, ma ho paura di stare con l'altro, anche se a volte sarebbe la piu' giusta soluzione.

      Io sono affetta da S.R. sindrome del rifiuto, so che verro' rifiutata prima o poi - lo so perchè così fu dall'inizio della mia umana creazione, è un ragionamento sottile, a sfondo energetico, che mi porto dietro. e che mi è stato anche diagnosticato - e questo limita il mio contatto con l'altro nella sfera intima cioè quella piu' profonda, ma siccome so che è sbagliato perchè le paure non si evitano ma ci si passa in mezzo per risolverle, a volte il mio inconscio "sano" si presenta al mio coscio limitato e testardo con desideri che offuscano il mio percorso quotidiano in generale di vita. questo fa si che io ne sia turbata.

      p.s.
      certo che lo so che la vita è sopratutto nostra e poi dell'altro. siamo sempre noi che decidiamo come sentirci quando esperiamo, siamo noi permettiamo che una cosa sia gioia o dolore dalla nostra percezione e dalla nostra consapevolezza.

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    2. La più giusta soluzione?
      In realtà la condizione ideale è quello di avere la possibilità di godersi la solitudine e la compagnia.
      A leggere le tue parole pure io "soffrirei" del fatto di temere di stare con altr*.
      Direi che... se una persona si ascolta e non finge, è una condizione comune e fisiologica.

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Graziedi essere passato/a...
Buona Vita da Magnoli@.