Le persone si accomodano nella vita, spesso, probabilmente quasi sempre.
Si convingono per mancanza di stimoli o per limiti di personalità che certe circostanze si impongono a loro per fortuna o sfortuna, senza accettare che cio' che capita dipende esclusivamente dal proprio volere.
Le paure a mio dire sono le artefici principali degli accomodamenti piu' gravi:
paura di restare soli,
paura di non essere accettati,
paura di non farcela e di non essere all'altezza.
Molte persone diventano aride, vuote incapaci di donare e di donarsi, giacche' la paura stessa mangia l'anima e, alimentando l' incapacità di esprimersi vincola i soggetti a realtà umilianti e degradanti per la dignità, favorendo le dipendenze.
In molti accettano di vivere in gabbia alla mercè delle cose e delle persone, creado alibi per potersi giustificare, sottoponedo la loro psiche a maschere assurde.
Loro non sanno di essere gia' morti e nell'illusione si convingono di vivere, rassegnandosi allo scorrere del tempo che nemmeno li consuma in quanto gli ha gia' mangiati.
Io ho deciso di non vivere piu' cosi'.
La liberta' d'espressione, d'amore, di vita sono impagabili.
Per anni mi sono accomodata,
ora sto pagando e,
questo prezzo ha un peso maggiore della sensazione che mi porto' all'adattameno stesso.
ora sto pagando e,
questo prezzo ha un peso maggiore della sensazione che mi porto' all'adattameno stesso.
Voglio essere vivendo, ecco.
Rompere la catena, anche rischiando l'abbandono e la solitudine,
Rompere la catena, anche rischiando l'abbandono e la solitudine,
che in verita' tali non sarebbero mai quando il morire vivendo.
Io voglio che sia il coraggio a seppellirmi dopo avermi benedetta.