Cosciente del male che mi faccio
cosciente dell'inutilità dei miei atti
cosciente di non poter avanzare da sola. Ancora.
Eppure incapace di reagire, di rallentare, di smettere, di dire
basta!"
(Lettere a Fabiola, Franco Angeli, p. 38)
Stamattina più che
delle altre mattine sono cosciente delle cattiverie fisico-psicologiche che
infliggo al mio corpo, al mio esistere: vari fastidi mi hanno buttata giù dal
letto e tutt'ora mi perseguitano.
Inutili sembrano tutte
le mie decisioni sulla mia vita, sul mio lavoro, nemmeno mi permetto di citare
i miei affetti. Reagisco sempre male,
si innesca una furia assurda che poi scarica vertiginosamente su ogni mia
cellula e e la tensione mi spezza.
Sono capace di rallentare
tutto nella mia vita, ma la rabbia e l' onnipresente certezza della mia inutilità sulla faccia della terra sono missili dritti alla mia anima che non c'è modo più di deviare, figuriamoci arrestare.
Non esistono
distrazioni capaci di farmi dire basta, capaci di farmi prendere
superficialmente tutto cio' che avvolge orrendo e oscuro il mio divenire.
Per fortuna che sono single altrimenti avrei dovuto
sopportare anche i litigi sul mio squilibrio di amare e di donarmi.
Salvarmi.
Eh si !!! salvarmi .
Quante volte l'ho pensato e l'ho desiderato, ma anche questo bisogna volerlo, fortemente volerlo.
Riconoscere la salvezza nelle
occasioni, nelle persone e nelle opportunità sebbene spesso sottili e ben nascoste, è possibile.
Ma io ovviamente sono cieca.
Io non riesco a vedere,
a sentire, percepire nulla che possa definirsi cosa giusta, cosa fattibile e cosa bella. Io riesco solo a definirmi in: chi me lo a fatto fare, perchè non ne vengo fuori, perchè non sono normale, perchè cado ogni volta, perchè, perchè tutte le paludi incontrano i miei piedi
Ognuno ha il suo
inferno: questo è il mio. Punto.
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Buona Vita da Magnoli@.