venerdì 13 luglio 2012

Monsieur Guillottin

Il fatidico giorno è arrivato, oggi perderò la mia testa e la vedrò rotolare in quel cesto … E’ paradossale dovrei  essere  in preda al terrore e invece aspetto soltanto che la lama assolva al suo compito, quasi felice perché  tutto il mondo saprà che la perdo per lei. Fin dalla prima volta che  la vidi, capii che sarebbe finita così: io sul patibolo ad espiare una colpa non commessa. Eh si, cari amici miei, nessun atto morboso, nessuna alcova, nessun tradimento consumato, ma a chiunque dovesse obiettare che perdere la testa per nulla è da idioti, io risponderei che sempre, in ogni istante, ne è valsa la pena!
In fondo la testa l’avevo persa già quel giorno di primavera attorno ad una tavola, mentre si discuteva di birra, pietanze e viaggi continentali, è bastato quel momento conviviale per farmi precipitare nell’oblio e quando mi resi conto che non avrei avuto scampo era troppo tardi  la lama si appoggiava già   dolcemente sul mio collo senza che uscisse una goccia di sangue:  perdere la testa per una donna è una gran cosa, è come andare incontro alla fine senza rimpianti, quindi in questo momento con gli occhi puntati sul fondo del cesto io sto vivendo  un deja vu. Questo spiegherebbe perché non ho paura… ma non perché sono felice.
Chi mi presta attenzione( almeno fino a che non tagliano) potrebbe sospettare che io la testa non l’abbia mai avuta, ma vi assicuro che non è così; ho fatto così tante fesserie nella mia vita che da qualche parte dovevano pur nascere quelle malsane idee, magari non era tutto montato a dovere ma il cervello c’era ne sono sicuro! E poi se la testa non ci fosse stata, non mi sarei accorto di averla persa!
La folla assetata di sangue incita il carnefice: “taglia la corda boia, vogliamo vedere la sua testa rotolare!!!” Poteva finire peggio, potevo essere condannato al rogo, all’impiccagione, smembrato da quattro cavalli in corsa, chiuso in una botte e fatto rotolare da una rupe…. E invece zac! E via!
 E se la mia faccia finisse all’insù? Orrore!  I miei occhi vedrebbero quel moncone che mi rimane al posto del collo! Oh Boia non fare scherzi! Sei un Boia professionista con tanto di diploma o un boietto alle prime armi? Mah, speriamo bene! Ma solo adesso mi accorgo di non avervi raccontato come mi hanno arrestato e perché sono qui a scontare tale pena… fummo colti in palese atto di divertimento! Non avevamo scuse! Ridevamo felici e spensierati come mai ci era capitato nelle nostre vite (almeno a me) e questo signori miei è un reato. Sono tempi questi in cui si può ridere? Io sono (anzi dovrei quasi dire ero) un pittore nell’intento di effettuare il suo ritratto e la mia modella posava per me avvolta in un abito bianco da sposa: il ritratto ci era stato commissionato  da un certo Kh-arim. Il prezzo era buono e quindi bisognava portare a termine il lavoro in un certo modo. Ore e ore di sedute di posa, certo proprio muti non si poteva stare e cosi cominciammo a chiaccherare …. Una parola oggi, una domani, ci scoprimmo in sintonia, anzi con la stessa voglia di vivere. Il tempo fu senza dubbio galeotto, più stavamo insieme e più si scopriva di avere tanti lati in comune… finché un complimento oggi, una battuta ironica domani, mi fecero diventare imprudente.
Eh già signori miei io sono colpevole due volte! Perché lo sapevo che sarebbe andata a finire così, in fondo quando ero un po’ più giovane ero caliente anche io, anche se il fatto che facessi il pittore mi rendeva più aperto, e quindi dovevo presagire ciò che di lì a poco sarebbe accaduto. La porta si spalancò all’improvviso, il nostro sangue si raggelò, ma non riuscimmo a nascondere quanto ci stavamo divertendo e scoppiammo in un riso prorompente. Lei fu condotta subito via per posa in evidente stato di felicità (pensate se avesse visto lo stato di ebbrezza del giorno precedente!!) ed io fui raggiunto in un secondo momento dai miei aguzzini condotto davanti alla corte suprema, condannato senza pietà (per la verità non so se la gelosia del presunto tradito fosse più legata alla mano dell’artista o al fatto che con me la modella si divertisse … ma ormai non conta! Sono qui!)
Ed io che per un minuto di quei giorni avrei barattato la mia arte, io che in cambio di quel sorriso sarei stato disposto a rinnegare il mio credo… sono qui in attesa della lama e sono convinto che capirete adesso perché sono felice, l’unico cruccio riguarda il marchio di fedifraga che adesso avvolge la mia compagna di giochi, nulla avrei potuto dire o fare che l’avesse tolta da tale condizione, ma il tempo è galantuomo si sa!
Vai lama ti aspetto!…..Zac!
Rocco Senzafratelli

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Graziedi essere passato/a...
Buona Vita da Magnoli@.