venerdì 28 novembre 2014

chiodo scaccia chiodo

Insomma mi tocca far come il vecchio detto "chiodo scaccia chiodo", trovarne un altro.
Trovarne un altro a cui dare le mie attenzioni e le mie energie,
trovarne un altro che sia piacevole pensare senza temer che sia perdita di tempo,
trovarne un altro che mi faccia sentire più appropriata anche solo per un paio d'ore,
trovarne un altro che sia meno egocentrico,
trovarne un altro che sia meno muro da scalare per farmi meno male,
trovarne un altro che mi faccia entrare dentro di lui e baciargli il cuore fosse solo per una notte.
E ancora trovarne un altro che non mi dia sempre  della stupida senza andare mai oltre e per il gusto di umiliare le donne, solo perchè ferito,
E che  mi faccia rilassare abbattendo l'ansia che mi trasmette che mi rende innaturale,
e  che mi faccia vaneggiare,
e che si faccia saltare addosso e si faccia abbracciare con o senza che sia ubriaca poichè sono dolce fino alla fine,
e che si faccia accompagnare alla macchina quando deve partire perchè io sono fatta così piena di premure innate che nulla chiedono.
Ecco devo cercarmene davvero un altro...
O forse dovrei già chiedermi se a quel tipo a cui  spudoratamente e scorrettamente mi rivolgo spesso con  "Te invece di tu! fosse già il chiodo scaccia vecchio chiodo?




" Di sicuro, con il tempo, un amore e uan speranza come quelli 
che provo io daranno vita a una qualche forma di bellezza! "


da la Coppa di Cristallo di Bram Stoker 

mercoledì 26 novembre 2014

mi sto chiedendo

Mi sto chiedendo, ora, mentre mi parlo:
perche’ è cosi’ difficile essere buona con se stessi, dirsi cose positive, sentirsi giusta, dichiararsi vincente davanti allo specchio del proprio essere, gioendo delle capacita’ che qualcuno vede ma tu no.
Mi sto chiedendo, ora, mentre mi guardo:
perche’ è cosi’ complesso essere fiduciosi verso se stessi, quando si riesce a stimolare chi ti sta intorno proprio in una tale cosa.
Mi sto chiedendo, ora, mentre tento di ascoltarmi:
perche’ c’è tanto rumore, il silenzio è sempre lontano quando lo cerco, quando lo chiamo urlando da perdere il fiato.
Mi sto chiedendo, ora,  mentre mi tocco sul cuore e lo sento battere,
perche’ non provo amore, quando vivere significa amare.
Mi sto chiedendo, ora,  mentre percepisco la mia essenza così dolce
perche’è cosi’ affannoso non essere amara.
Mi sto chiedendo perchè soltanto ora aspiro a queste risposte.


Forse mi sto chiedendo se ho mai vissuto veramente?

domenica 23 novembre 2014

non so

Oggi è stata la mia prima uscita da turista da quando sono a Tirana.
Passeggiata di quattro ore e mezza: visita al rovine di un Ponte Romano, alla Torre dell'Orologio, più rilassatamente alla Piazza Skanderbeg, passando per Ruga (via) Ismail Qemali, Ruga Sami Frasheri, e Ruga Abdul Frasheri, fino al rientro nel piccolo appartamento in cui, seduta  al tavolo rosso della cucina, sto scrivendo questo post.
La giornata è stata piacevole,  ho camminato molto, ho preso tanto freddo con cui farò i conti nelle prossime ore, ho anche comprato due magliette e fatto i primi conti per comprare qualcosa ad amici e parenti.
Insomma ora sono stanchissima, ma forse è anche meglio così, andrò a letto spero presto per recuperare le energie e il fastidio di schiena che sento, cercando  di limitare al minimo  i danni che la mia tristezza all'improvviso sta tentando di fare.
Purtroppo non posso permettermi di aiutarmi risolutivamente come vorrei, poiché per farlo devo compiere almeno due passi importanti e costosi e in verità adesso davvero non sono nelle condizioni giuste. So cosa mi distrugge profondamente e mi inquieta non facendomi godere dei piaceri e della vita, ma con le mie sole forze non riesco a combattere, peggio se accanto a me poi finisce un uomo: non riesco a parlare di ciò che mi tortura giorno e notte e si sa, dipende dai rapporti bisogna condividersi in tutto e questo per me diventa sempre il problema.
In tutto si abbatte sempre il mio problema, assurdamente, inspiegabilmente.
A volte mi chiedo quando imparerò mai a buttarmi dietro le spalle tanta sofferenza e a sorridere per dare un senso a questa cazzo di vita mia.
Ci vorrebbe forse la droga?  forse alcool?
Non so, in questi momenti non  mi rendo più conto di cio' che è male e cio' che bene.
Amen.

giovedì 20 novembre 2014

Tirana, perplessità e lavoro

Sono arrivata a Tirana il 31 ottobre con la massima positività, c'era da ricomporre una vita bloccata, assetata di realizzazione e di bisogno di dimenticare persone complesse e  forse sbagliate.
Realizzarmi e fuggire erano le priorità della mia vita indipendentemente da dove andavo e da ciò che trovavo e in questo caso: un paese che viveva i nostri anni 80.
Consapevole di ciò che avevo scelto per me, ho abbracciato quindi la croce più grande, ovvero la mancanza di igiene e le canzoni di Pupo.
In cammino  verso il Calvario per sentirmi pulita (la musica poteva aspettare), ho iniziato la disinfestazione del mio appartamento accompagnata da frequenti conati di vomito, ma finalmente  dopo una settimana di torture di questo tipo, ecco la mia prima uscita vera  a piedi per questa Capitale, a prima vista non poi così tanto male nella sua struttura e architettura.
La conoscenza del posto, le prime perplessità su ciò che osservavo, mi hanno all'inizio sconvolto per poi farci quotidianamente l'abitudine.
Lo scenario in cui mi sono trovata catapultata mi è sembrato assurdo, i miei occhi volevano chiudersi, ma nello stesso tempo restare aperti e vedere fin dove si potesse arrivare, fin dove si potesse davvero guardare.

                       " Le macchine per lo più non si fermano  al semaforo, gente che con il motorino sottobraccio scavalcano carreggiate e marciapiedi, persone che all'improvviso vomitano e sputacchiamo a destra e a sinistra mentre camminano e tu devi deviarle. Cacca (spero solo) di cane spalmata come nutella guardate il caso proprio dove si muovono i miei passi, fughe veloci per attraversare le grandi vie con semaforo a secondo, gente che corre in mezzo al traffico come se fosse normale veicolo a motore.
L'unica salvezza visiva mi è arrivata dalle  donne che impegnate o non,  sono belle e molto sistemate, sugli uomini ci sarebbe molto da raccontare sopratutto su quelli che non hanno lavori di un certo livello.  La cosa più difficile da mandare giù sono gli autisti ignari del vero senso del codice stradale e molte persone inconsapevoli del significato del codice civile e sociale, con me al centro di tutto questo. Il rientro nell' appartamento : il sollievo".  *


Ormai però sono passati 20 giorni e la mia permanenza qui sembra migliorata, l'occhio pare essersi abituato a tante strane cose mai viste. La mente è più rilassata e incomincia a notare anche le cose più normali come il Conad una piccola Italia in Albania, e i centri commerciali molto carini e particolari.

Almeno una cosa: il lavoro mi piace e i miei collaboratori sono anche simpatici.



* cit. della mia osservazione di persona normale e perplessa

martedì 18 novembre 2014

novità:Tirana

Mi sono trasferita a Tirana questa è la novità.
Vorrei scrivere  di più ma il nuovo lavoro mi sta succhiando Anima e sangue.
Amen.