venerdì 24 febbraio 2012

insistenti riflessioni

Non faccio che pensarci, è inutile girarci intorno cercando una spiegazione o una giustificazione che mi permetta di sostituire l'ormai fisso pensiero non positivo che ho su una persona (definita per molti versi speciale) e sul suo rapporto di amicizia con me. In verità ci siamo conosciuti in un momento in cui entrambi cercavamo accettazione, chi per un motivo chi per un altro cercavamo confronto e conforto, poi chissa le cose sono migliorate è il rapporto si è un po' raffreddato, a mio considerare sopratutto da parte dell'altro piu' che del mio. Essendo successivamente arrivata a conoscenza di un particolare molto rilevante della vita di quella persona, ho ben giustificato il distacco, ma nonostante cio' ho sempre mantenuto il mio modo di comunicare e confidarmi,  in maniera meno calda ma comunque esistente. Ancora una volta posso dire che ero sempre io a farmi sentire, a non dimenticare di chiedere come andavano le cose, ad incoraggiare a confrontarmi con pura sincerita', a creare l'occasione del saluto. Questo per dire che in questa amicizia  fin dall'inizio è stato l'altro ad avere molte difficoltà ad aprirsi,  io scelsi così di farlo per prima e su molte cose e in tutta chiarezza proprio per trasmettere fiducia. Giustificai  che era comprensibile un tale atteggiamento da parte sua, sopratutto se un rapporto sta nel suo divenire cercando la sua struttura e creando la sua confidenza e che forse, forse  io non ero stata brava abbastanza. Il tempo mi ha dimostrato infatti sia che io ho peccato di ignoranza verso la premura e la sensibilita' (non si puo' dire si ogni volta solo per non ferire, ma ci vogliono pure i no se fammo male), sia mi ha fatto conoscere un lato della medaglia inaspettato a sfondo totalmente psicologico dell'altro:  ricordandomi  e analizzando tutto il nostro confronto di tre anni ho potuto concludere  che io sono stata la sostituzione di  quello che in certi momenti nella sua vita mancava, esteriormente se non si sentiva accettato o realizzato o interiormente quando il rapporto con se stesso era difficile allora spesso ero chiamata io in causa come avvocata del buon senso e dell'amore. La dimostrazione di questo mio pensiero sta nel fatto che tutt'oggi mi priva di novita' che un tempo mi avrebbe sicuramente e subito portato a conoscenza. Presuppongo quindi che attualmente non manchi nulla o forse c'è chi occupa il mio vecchio ruolo perche' ancora non consapevole come ora lo sono io. Sono quindi delusa, credevo di aver seminato bene e di aver compreso l'altro, ma non è stato cosi' o forse lo è stato e quella persona mi sfuggiva e sfugge, avere  una cara amica come lo sono stata io che tutto percepiva non è sempre comodo, porta al confronto e a volte a credere che si verebbe giudicati, ma certo non è questo il mio caso giacchè sono impegnata  gia' tanto con le mie debolezze. E' incredibile mi sto accorgendo mentre scrivo di come tenga a questa amicizia e di come stia cercando un appiglio per salvarla, pure la mia reazione ne è una testimonianza; questa delusione  va a toccare non la resa dell'armi per le azioni che ho sbagliato a compiere o non ho compiuto, ma la rinvicita , la sfida attraverso la dimostrazione che le persone non vanno usate per scopi materiali come questa persona tutt'ora noto continua a fare, ma al contrario solo per scopi spirituali, intesi come l'opportunita' di far uso delle pers,one che ci vengono messe sulla strada per lo sviluppo principalmente dell'Anima e poi del corpo.
Lì dove a mio parer  non sia detto mai: << quella persona mi ha fatto ottenere quella cosa, quel successo, ma al contrario mi ha fatto invece conoscere me stesso, permettendomi di crescere nell'essere che sono>>. 
Quest'ultima è la verita' secondo me di tutti i buoni rapporti, anche di quelli che andrebbero recuperati per se stessi e per gli altri.

martedì 21 febbraio 2012

la verità è che non conto abbastanza

Come già avevo accennato nel vecchio post  mi sono isolata: niente amici, niente uscite extra escluso l'estrema necessità, niente di niente solo studio. Ma si sa, i difetti non spariscono per magia e ritornano indiscussi nel bel mezzo del nostro cammino. Sono finita così sul binario di un amico, accorgendomi di non essere per niente considerata per la partecipazione alle sue novità di vita nonostante mi avesse fatto capire di farmi sentire ogni tanto perchè al corrente del mio strano e voluto ritiro. Certo che io di novita' non ne ho avute di particolari mentre lui si e pure interessanti. Allora mi son chiesta che senso ha chiedermi di me e non dirmi di se datosi che io ho ricambiato la sua richiesta d'interesse che aveva rivolto a me? Cavolo ma gli amici non dovrebbero cercarsi entrambi e se c'è interesse comunicarsi le tristezze e le gioie? 
Si !! gli amici che si stimano e si vogliono bene così fanno. 
No !! non lo fanno gli amici che si cercano solo per interesse, per appoggio perche' nessun'altro li capisce o nessun'altro è nel loro raggio in quei momenti che si sentono una merda e incompresi. 
Ma forse la verità è che non conto abbastanza, ovvero ci sono persone che possono dare piu' di me perchè hanno piu' canali, hanno soldi o conoscenze,  mentre io ho solo il mio affetto, la mia premura uniche cose in mio misero possesso e che non contano invece a un gran cazzo (scusatemi, ma sono risentita un  po' e quindi stra-sfogo) se non quando arriva madama depressione. E certo l'affetto non ti fa concludere contratti, ottenere successi, coronare sogni e realizzare progetti che per scorcciatoie si vogliono ottenere prima possibile  lavorando poco e, magari se poi va male ci si ricorda di quell'affetto dimenticato, ma solo allora lo si ricorda. Non sopporto essere tenuta presente diversamente da quello che sono quindi da  quello che posso fare o che possiedo: mi fanno pena le persone che mi considerano solo se sono bella, ricca o potente, che mi considerano un " attraverso " per poter ottenere, un oggetto di cui si approfitta dell'esistenza comoda quando altro non c'è. E ancora mi fanno pena le persone che mi cercano solo per essere consolati e incoraggiati quando sono nel buio e poi quando sono al settimo cielo non si ricordano di me che mi troverebbero anche quando sono al primo di cielo, quello piu' difficile. Che orrenda situazione quella a cui  assisto, quando vedo gente illudersi che conta la materia e non l'amore, che vive con distacco la vita cercando l'approvazione come pedina di realizzazione, lasciando il calore indietro e  rivalutandolo solo se non si arriva dove si era deciso. Ma io sto imparando ad attendere queste persone, beh!!!! dovro' avere finalmente il coraggio di ricambiare con la stessa moneta; purtroppo a volte bisogna comportarsi nello stesso modo per far comprendere che non bisogna fare all'altro quello che non vuoi venga fatto a te.

giovedì 16 febbraio 2012

il mio ritorno

Tutte le strade che ho scelto nel mio cammino serie o illusorie che fossero, si sono rivelate sempre errate e quest'anno ovviamente eccezione ancora non è stata: delusioni in amore, in amiciza, nel lavoro e nella vita in genere. Spesso  mi sono ritrovata a guardarmi mentre crollavo, lasciando svanire le ancore della speranza, combattendo a suo di dolore fisico e interiore una depressione invandente, fredda e buia che mi toglieva il calore di tutto. Ho atteso il nuovo anno con l'unica aspettativa  di ritrovare il sorriso e uno stimolo per rinascere, accorgendomi nello stesso tempo di quanto cio' fosse complesso per una malinconica della mia portata, dove il confronto con il passato e con gli altri era e purtroppo è ancora,   il dente avvelenato nella mia delicata bocca. Per mia scelta, un po' forzata e un po' testarda ho deciso per la distanza -forse anche sbagliata ma cosi' mi ha sussurato  la  testa-, quindi via per qualche tempo  dalla maggior parte delle persone vicine e lontane, via dai social network, ridotte drasticamente anche le piu' semplici uscite e immersione totale nel mio esame d'inglese per fortuna passato e nella compilasizione della mia tesi complessa e sofferta sui disturbi alimentari. 
Nella solitudine, nelle riflessioni arriva pero' quello strano  bisogno catartico di sfogare per cercar in un certo senso di rinnovarsi  e riprendere a camminare....... e allora eccomi di nuovo qui. Questo mio ritorno è quello piu' sentito, più cercato, in uno spazio che da sempre accoglie le mie gioie e le mie tristezze, il mio essere nella sua bellezza e nei sui difetti. Alla ricerca di cio' che manca a quello che gia' sono e ancora al bisogno di creare, di sognare e di sentirsi utile e adeguata al mondo che chiama.